BLU DI GUADO
Il Guado (Isatis Tinctoria L.) è una pianta erbacea spontanea in tutta Europa dalle cui foglie si estrae l’indaco. Conosciuta fin dalla preistoria, per secoli è stata l’unica pianta utilizzata per la tintura blu dei tessuti. A partire dal Medio Evo è stata intensamente coltivata in Toscana e Marche dove era un’ importantissima risorsa economica tanto da essere definita Oro blu. Guado era il “cilestre” dei preziosi tessuti rinascimentali, il blu di Piero della Francesca. La cultura di questo colore scompare radicalmente verso la fine del XVI sec. a causa dell' introduzione dell'indaco dai paesi tropicali.


ROSSO DI ROBBIA
La Robbia (Robbia Tinctoria L.) è una pianta erbacea originaria dell' Asia, dalle radici si estrae l'alizarina, un colorante rosso chiamato anche garanza. È il colorante vegetale più importante nella storia della tintura e della pittura, nominato negli scritti Sumeri e nella Bibbia. La lacca di robbia era già utilizzata nelle pitture egizie, dal XIV al XIX sec. è stato un colore indispensabile ai pittori per ottenere effetti di profondità e trasparenza. Leonardo da Vinci ne indica l'uso per dipingere l'incarnato dei corpi. Il suo successo viene interrotto nel 1856 con la scoperta dell'alizarina sintetica.


GIALLO DI RESEDA
La Reseda (Reseda Luteola L.) è un specie tipica dei paesi Mediterranei, il colorante giallo (luteolina) è contenuto in tutte le sue parti. Il suo utilizzo in tintura risale a tempi molto antichi, nel Medio Evo era tra i coloranti gialli più usati ed apprezzati. Largamente utilizzata in pittura e in miniatura sotto forma di lacca chiamata anche Arzica. La sua preparazione è descritta in molti manoscritti segreti e consigliata per simulare l'aspetto dell'oro o associata al guado per ottenere il verde. Sostituita dai colori sintetici nel XIX secolo.


NERO DI CARBONE
È il più antico tra i pigmenti arificiali, usato dall'uomo nelle pitture rupestri circa 30.000 anni fa. Insieme ad altri pigmenti neri di origine vegetale è stato descritto col nome di “atramentum” da Vitruvio e Plinio. Il Cennini lo cita come l'unico pigmento nero vegetale adatto all'affresco. Il nero di carbone viene prodotto dal lento processo di carbonizzazione del legno di faggio e carpino con il tradizionale metodo delle carbonaie. L'arte del carbonaio è un antico mestiere attivo ancora oggi sull'Appennino marchigiano in particolare nei paesi di Lamoli e Borgo Pace (PU).

